I Vigneti

Caratteristiche del suolo : terreni collinari a media pendenza a tessitura franca argillosa limosa, calcarei, con pH leggermente alcalino; derivati da rocce prevalentemente argillose con intercalazioni sabbiose (età pliocenica).

Brevi cenni storici: l’azienda è stata costituita a metà degli anni ’80 e così pure i primi vigneti vengono creati in quegli anni, successivi ampliamenti della superficie vitata seguono negli anni fino al 1995. Nel 2004 la Tenuta Santa Croce viene acquistata dalla famiglia Chiarli. Dal 2005 si dà inizio a un programma pluriennale di rinnovamento e restauro dei vigneti che attualmente è ancora in corso.  

 
 

Tipo di impianto : cortina doppia atto alla meccanizzazione totale (potatura, spollonatura, cimatura e raccolta) che noi applichiamo a tutte le operazioni salvo la raccolta dell’uva che viene effettuata a mano e trasportata alla pigiatura in casse da 15/18 Kg. I nuovi vigneti, già in parte realizzati, hanno come tipo di allevamento il cordone speronato e il Guyot.

Vitigni : i nostri vigneti sono costituiti dal Pignoletto  Colli Bolognesi DOC per circa il 50% della superficie mentre altri cultivar bianchi come lo Chardonnay, il Pinot Bianco, il Sauvignon (tutti DOC  Colli Bolognesi)  rappresentano il 25%; infine per il restante 25% sono presenti in azienda interessanti vigneti di Cabernet Sauvignon, Merlot e Barbera (anch’essi tutti DOC Colli Bolognesi).
La giacitura dell’azienda su due versanti contigui Est e Ovest consente di avere ottime esposizioni sia per i bianchi che per i rossi. Variano da zona a zona a seconda la natura del terreno e il cultivar, la densità dei ceppi per ettaro (da 2500 a 3333) e il portainnesto (SO4, Kober, 420 A, 1103 P, ecc.).
Si ottengono così prodotti caratterizzati.

Nutrizione del vigneto : la linea nutrizionale è basata sulla somministrazione di fertilizzanti naturali e di concimi ammessi nelle colture biologiche.

  
 
 
Breve cenno sul passaggio dalla difesa fitosanitaria tradizionale a quella misto integrata-biologica.

Da sempre usava ‘trattare’ il vigneto a calendario cioè presupponendo che in un dato periodo e in condizioni determinate fosse necessario intervenire. Alla fine degli anni ’80 incomincia a farsi strada un tipo di difesa e lotta chiamata integrata in quanto coniuga  la riduzione del numero degli interventi (ottenuta con l’osservazione della coltura e con la conta degli insetti nocivi raccolti in trappole feromoniche) e l’uso di prodotti a basso impatto ambientale (efficaci ugualmente perché il trattamento risulta mirato)

 

 

Difesa fitosanitaria si articola in due filoni di interventi che sono entrambi regolati dalle norme generali sopraesposte:

a) fungicidi hanno naturalmente come obiettivo il contrasto all’insorgere di attacchi fungini (peronospora, oidio, botrite ecc.) 

b) insetticidi si effettuano quando le trappole feromoniche indicano presenza oltre la soglia ammessa di specie di insetti nocivi quali tignoletta, cicalina, tripide, ragnetto, ecc.

I prodotti impiegati per entrambe le tipologie di intervento sono tutti rispettosi della fauna e dell’uomo, ma soprattutto selettivi nei confronti delle popolazioni degli insetti utili e antagonisti ai nocivi.
L’azienda è inoltre dotata di strumento per il trattamento fitosanitario del vigneto a bassa pressione e a grande flusso di aria che polverizza la miscela antiparassitaria indirizzandola direttamente sulla parte vegetata del vigneto ( Irroraratrice pneumatica).

Gestione del suolo infine va ricordato che tra le tecniche agronomiche del vigneto la pratica dell’inerbimento migliora la portanza, la struttura e la porosità del terreno: concorre a mantenere il tenore della sostanza organica naturale e le piante in equilibrio vegetativo, determina infine minore presenza di botrite, clorosi e stress fisici.